Si è svolta sabato 14 ottobre 2017, nella splendida cornice
della Basilica di San Giorgio fuori le mura, in Ferrara, l'iniziativa di
commemorazione del Dott. Romeo Sgarbanti nel decennale della morte. Pubblico di
seguito il ricordo che ho pronunciato alla presenza dei famigliari, delle
autorità del Serra Club, di molti amici ed estimatori di questa figura
onorevolissima del mondo civile e cattolico.
Confesso
che ho avuto un attimo di indecisione quando mi si propose di ricordare oggi questa
luminosa figura di cittadino e di cattolico. Ci sono qui tante persone
autorevoli, che l’hanno conosciuto e frequentato più di me. Tuttavia mi sono detto
che forse non è il tempo più o meno lungo della conoscenza e della
frequentazione l’unico parametro cui affidarmi per tratteggiarne pur velocemente
un ricordo.
Ci
sono altre dimensioni, ci sono sensazioni, esperienze, ricordi che possono
trasformare una impresa ardua in una riflessione doverosa e attenta sulla
complessa e nello stesso tempo esemplare figura di questo uomo di azione, di
forte e solidissima cultura, di fede incrollabile e operosa, di studioso eminente.
Nel ricordo del caro dottor Sgarbanti mi sovviene soprattutto (permettetemi un
riferimento personale) la grande ed indiscutibile autorevolezza, negli anni
della mia militanza, prima giovanile poi matura, nella Democrazia Cristiana, ai
tempi di altre grandi figure della DC ferrarese e di organizzazioni cattoliche quali
Moreno Incerpi, il Prof. Modestino, il Prof. Tosi, Nino Cristofori, Franceschini,
Dianati, Marinelli, e dell’Ente Delta con il suo direttore Giordano Marchiani. Era
l’epoca del confronto, a volte aspro, fra le varie compagini partitiche. Mi
aveva colpito, in alcuni incontri, la sua costante sollecitazione a mostrare,
dentro e fuori la sezione, indefettibile fedeltà ai nostri valori cristiani e a
mai rinnegare il ruolo dei cattolici nella vita sociale ed economica specialmente
in quei comuni della nostra provincia ove era largamente preponderante la
presenza dei partiti di sinistra. In fondo non chiedeva e non si aspettava
altro che la fedeltà ai principi ispiratori dell’impegno cattolico nella
società. E la società di allora, come quella di oggi, ha bisogno di assoluta
coerenza tra le idealità ispiratrici e gli impegni nel concreto.
Da
cattolico impegnato in politica, la sua preoccupazione costante fu appunto quella
di garantire, se così può dirsi, il nesso, la corrispondenza, il legame, la
coerenza tra principi e azioni, tra valori e progetti, tra fondamento e
comportamento. Io credo che questo fosse per lui il vero metro di misura della
politica. Ma Romeo Sgarbanti aveva la vista lunga, guardava al futuro, con
l’obiettivo permanente del riscatto, della crescita. Ciò a cui mirava, lo si percepiva nei suoi
interventi, nei quali egli era convincente poiché aveva un eloquio ricco di
ragionamenti che segnalavano il suo alto senso dello Stato e il senso che
potremmo definire etico del suo impegno politico. Me ne convinsi ancor di più
allorché ebbi a leggere più volte in quegli anni quell’aureo suo testo
intitolato Lineamenti storici del
movimento cattolico ferrarese, stampato nel 1954, traendone non solo spunti
di doverosa riflessione ma anche di possibile ricerca e di ampliamento. Era
fuor di dubbio che ciò che scriveva, egli lo vivesse non solo nella certezza
delle documentazioni ma anche in quella dei valori che era possibile porgere alla
riflessione dei lettori, e che emergevano ed emergono ancora oggi in chi ha la
fortuna di accostarsi alla lettura dei suoi testi. Libri davvero importanti,
dotati di una vasta bibliografia.
Lessi
tempo fa il suo ultimo articolo apparso sul n. 27 dell’anno 2007 della rivista
“Ferrara.Voci di una città” e che egli volle intitolare in modo assai
significativo “Un collateralismo importante”: un richiamo storicamente
ineccepibile agli aspetti interpretativi del clerico-fascismo. Al Grosoli egli
dedicò studi profondi: il primo del 1959 Ritratto
politico di Giovanni Grosoli, pubblicato a Roma dalla Editrice Cinque Lune,
il secondo del 1960 intitolato Giovanni Grosoli e pubblicato in
Spoleto da Petrelli, il terzo del 1964 Giovanni Grosoli Pironi. L’opera
e le virtù, edito dalla Direzione della Sala Francescana di Cultura di San
Damiano in Assisi, a cura del padre Antonio Giorgi. Erano, quelli, gli anni
della sua nomina a Presidente della Camera di Commercio di Ferrara, incarico
che tenne dal 1960 al 1976. In tale veste egli dimostrò di essere uomo
competente, indiscutibilmente preparato a trattare le tematiche economiche e
sociali. Si impegnò a lungo per la valorizzazione della filiera ortofrutticola.
Fu
protagonista di una lunga stagione di positiva progettazione e di progressiva
realizzazione di importanti interventi in favore della realtà ferrarese:
profuse infatti un riconosciuto e validissimo impegno teso a ottenere il
finanziamento e l’ampliamento delle opere di bonifica, per il grande
comprensorio del Basso Ferrarese, per il rafforzamento della ferrovia e della
rete stradale ed autostradale. Operò inoltre con sollecitudine per il sistema
idroviario e per quello portuale nella realtà di Porto Garibaldi. Da ricordare
il premio a lui intitolato e riservato a lauree specialistiche trattanti la
realtà ferrarese in tutte le sue articolazioni economiche.
Ma
è l’uomo di Chiesa su cui, in particolare, oggi possiamo soffermarci. Sgarbanti
condusse una vita nella Chiesa e per la Chiesa, dalla quale molti di noi e
l’intera diocesi hanno ricevuto il meglio non solo per la crescita responsabile
nella Fede ma anche per quella legata alle varie organizzazioni ancora
operanti. Egli insomma teneva in grande considerazione la dimensione ecclesiale
nell’attivo processo di inculturazione della Fede attraverso rapporti
comunitari significativi e di alto livello, di notevole spessore. E riteneva necessario
ricercare, in modo aperto, con coraggiosa penetrazione i cambiamenti epocali e
ogni situazione bisognosa di intervento, preoccupandosi dei relativismi e dei
decadimenti.
Non
voglio essere ripetitivo ma io credo sia necessario ribadire, con le parole
dell’architetto Bassi nel numero della rivista “La Pianura” dedicato al dottor
Sgarbanti, che egli “ebbe a traguardare il mondo attraverso il suo
indefettibile cattolicesimo che lo fece un riferimento e un testimone
fondamentale del mondo cattolico ferrarese”. Egli infatti nei vari incarichi e
nei ruoli assunti nel corso della sua esistenza seppe garantire risposte sicure
alle esigenze emergenti dal contesto sociale ed economico ed aveva un metodo
per la risoluzione dei problemi: preferiva mediare, consigliare con la parola
giusta e con il pensiero adeguato quando più era necessario, manifestando
comprensione profonda, senza mai deflettere dai principi di una riconosciuta
onestà intellettuale, che corroborava e si assimilava a quella culturale e a
quella religiosa. Questo dunque era il suo modo di “governare” le idee e di
declinare le iniziative di cui poi il mondo cattolico ferrarese ha goduto e
gode. Le sue sono state talora riflessioni nel solco del magistero
ecclesiastico non prive tuttavia di accenni di richiamo doveroso alla autonoma
iniziativa e responsabilità dei laici. D’altronde ciò venne corroborato
dall’esortazione del Santo Pontefice Giovanni Paolo II durante la visita a
Ferrara nel 1990: “… dovete domandarvi…- disse Wojtyla - quale sia il punto
critico nel rapporto della comunità ferrarese con la proposta cristiana”. Quel “punto
critico”, quella esortazione trovarono in Romeo Sgarbanti un formidabile
campione di indefesso attivismo per dare efficacia a quella che l’amico Mario
Cova definì nel suo articolo commemorativo sul già richiamato numero della
rivista “La Pianura” “una sorta di nuova evangelizzazione dei ferraresi”. Fu
così che egli perseguì con caparbietà la nascita di alcuni organismi presenti e
operanti: Il FORUM SAN MAURELIO per il coordinamento e la sinergia tra i vari
gruppi laicali, la FONDAZIONE 28 MARZO 1171 con compiti di sostegno al
volontariato educativo e vocazionale. Nel 2006 promosse con altri il convegno
serrano “Per lo sviluppo del progetto culturale della Chiesa Italiana nelle
realtà locali dell’Emilia-Romagna”. Il convegno si concluse con una serie di
propositi operativi in base ai quali si assunse l’iniziativa di far convergere
le attività della Organizzazione Grosoli nel solco del Progetto Culturale della
Chiesa. E di lì a poco ecco che il dottor Sgarbanti propose e promosse la
formazione di un “Collegium culturale” denominato PAIDEIA per l’aggiornamento e
il sostegno agli approfondimenti culturali in ottica cristiana per docenti e
studenti. Nel 1993 la Commissione nomine
del Serra regionale lo elesse Governatore, incarico che mantenne con grande
prestigio dal 1994 al 1996.
Negli
anni successivi continuò ad essere la mente pensante e l’anima del Serra
diocesano fino a farlo diventare, nelle sue due articolazioni (Ferrara e
Pomposa), il più numeroso ed il più attivo della nostra regione e tra i più
stimati a livello nazionale. In quel tempo venni più volte contattato ed ebbi
molte occasioni di incontro con il dott. Sgarbanti, che non ringrazierò mai
abbastanza per avermi voluto nel 1997 quale membro onorario nel Serra Club di
Ferrara. Con lui avevo iniziata da tempo una stretta corrispondenza telefonica
ed epistolare che sfociò di lì a poco nell’interessamento suo e del compianto
Mons. Guido Rossi perché potessi mettere mano alla stesura di una nuova ed
aggiornata biografia della venerabile Flora Manfrinati, giunta poi a felice
compimento nel 2003. Egli vedeva in quella figura e nell’opera delle Educatrici
Apostole a Torino e a Mottatonda di Gherardi un mezzo in più per proporre
l’impegno cristiano nelle nostre zone e non solo, e molto si adoperò perché la
pubblicazione avesse il crisma della editoria cattolica, come in effetti
avvenne per i tipi delle edizioni Paoline, per raggiungere anche i luoghi più
lontani ove far conoscere la storia e il carisma di Flora.
Non
possiamo poi tacere l’amore di Romeo Sgarbanti per Ferrara e per i numerosi
esempi di santità: gli studi e le pubblicazioni su San Maurelio, la
sollecitazione di indagini per la individuazione delle fondamenta dell’antica
cattedrale in Voghenza; l’attenzione a divulgare il senso e il significato di
Ferrara “città eucaristica”, per il miracolo testimoniato nella basilica di
Santa Maria in Vado, e per le figure femminili di Santa Caterina Vegri e Suor
Maria Veronica del Santissimo Sacramento. Scrisse nel 1990 l’opera I Papi ed il prodigio di Ferrara del 1171
edita da Corbo con cui poi nel 1993, insieme a Baruffaldi e a Turri, ha dato
alle stampe il libro sul movimento cattolico sociale a Ferrara tra ‘800 e ‘900
con il saggio intitolato Angelo Ferrari e
l’Opera dei Congressi.
Concludo
sottolineando l’opportunità dell’odierna iniziativa, che possiamo definire un
riposo dello spirito poiché siamo raccolti nel ricordo di una persona dalla
luminosa ed esemplare vita cristiana. Ed è da sottolineare come l’iniziativa
non possa che procurare gioia permettendoci di assolvere a una specie di debito
di gratitudine e di amicizia verso il dottor Romeo Sgarbanti.
Egli
amava la preghiera e la Parola di Dio, e questa venerava nella Scrittura. Dava
rilievo alla “vocazione” intesa come momento fondamentale per avvicinarsi ed
avvicinare a Dio e alla Chiesa. La
speranza è che non si disperda una così alta testimonianza umana ed evangelica,
che riteniamo preziosissime per il tessuto associativo ed operativo della
nostra diocesi.
Il
dott. Romeo Sgarbanti è stato un vero maestro di vita e di fede. In questa dimensione,
sotto questa luce, tutti noi continuiamo a ricordarlo, con immutato affetto e
inalterato rimpianto.
Ferrara,
Basilica di San Giorgio fuori le mura, 14-10-2017
Giovanni Raminelli