Alla fine dello scorso mese di dicembre è uscito fresco di
stampa il mio romanzo breve (100 pagine in tiratura limitata a 250 copie), di
cui un caro amico ha scritto già su Serravalleweb il testo che qui riproduco.
E’ un romanzo breve,
o un racconto lungo: al lettore decidere come inquadrare il nuovo lavoro di
Giovanni Raminelli “Storia di amori contrastati, amorazzi, contrabbando e dei
provvidenziali piselli di un Conte nelle Terre Basse Ferraresi nella prima metà
dell’Ottocento”: questo il titolo dell’opera che si snoda per 100 pagine da
leggere tutte d’un fiato grazie alla scorrevole tecnica narrativa usata
dall’autore, intercalata sapientemente con dialoghi coinvolgenti e quasi da
copione teatrale. Le vicende narrate, frutto di fantasia e inserite tuttavia in
un contesto reale e storicamente valido, vedono il loro sviluppo a Serravalle,
paese alla biforcazione deltizia del Po, alla Villa dei Conti Giglioli, a Santa
Maria in Punta, a Papozze. Vengono citati inoltre altri luoghi del territorio:
Codigoro, Mezzogoro, la località Magoghe, Cologna, Ariano Pontificio.
Come commenta Galeazzo Giuliani nella presentazione del
libro, “attorno ad alcune figure centrali (…) brulica una miriade di
personaggi, che si muovono con la stessa mutevole velocità delle acque del Po,
lungo il quale si fronteggiano, ma in realtà convivono, due popoli, sudditi di
differenti entità politiche: quella austriaca, lungo la riva sinistra, confine
dell’allora Lombardo-Veneto, quella papalina, lungo la riva destra, Stato
Pontificio. In questo contesto, Giovanni Raminelli fa fantasiosamente
interagire alcuni personaggi storici realmente vissuti con altri inventati. Tra
questi incontriamo Giuseppe Barocchi detto Beppocchio, il Casanova della Bassa;
il biondo Sileno, suo figlio, innamorato di Rosalba; l’oste Lisuarte e sua
moglie, la “prosperosa” Clara; Wilhelm, il finanziere austriaco; il cavalier
Liborio Calzoni; Lidiano Prosdocimi, il curato don Artemio Cigoni e l’abate don
Giuseppe Pedrini; il “lurido” marchese Turchetti; il dottor Noè Tumiati da
Cologna; Donna Idelma de Finestral, vedova Valentini e… molti altri… al lettore
scoprirli tutti!
Siamo ormai a fine giugno dell’anno 1838 e (…) come per
incanto, riemerge dal buio dei tempi e si ripopola Villa Giglioli, oggi
semidistrutta da un incendio doloso appiccato il 1° gennaio 2009, durante la
notte di capodanno.(…) Grazie al romanzo, nelle stanze ornate dai dipinti del
pittore ferrarese Francesco Migliari e della giovane Rosa Giglioli, che in
quell’arte si tentava, vediamo muoversi, creati però a bella posta dalla
fantasia di Raminelli, il conte Leopoldo, ottuagenario suocero del conte
Anselmo, trasferitosi quasi stabilmente a Serravalle, paese “tutto disteso tra
il Canal Bianco e l’argine maestro del Po”. Territorio di cui Raminelli ci aiuta
a scoprire i luoghi – questi sì reali - dai toponimi meno noti: lo Stradone dei
Morti, la Griffa, la Cardinala, la Tenuta delle Donnine, oppure i Cortili
Folla. Il lettore, inoltre, si sorprenderà, piacevolmente, di scoprire nel
linguaggio popolare dei protagonisti termini ormai desueti, quali pedàgna,
bigolàro, baiòcchi, galafàso, maramógne, squèro, baracchìna, canapè,
vandrigulìn, restàra e molti altri, di cui l’Autore dà puntualmente la
definizione in nota. Ѐ questo l’estremo, nobile tentativo di registrare la
memoria di immagini e voci destinate all’oblio.
Col suo racconto venato di sottile ironia, a tratti
pungente, l’Autore ci trasporta in un mondo altro dal nostro, un mondo di cui,
ci ricorda, siamo eredi e dovremmo esserne i custodi. “
G.D.P.
Chi volesse ricevere il libro per via postale e in forma raccomandata
(con l’aggiunta quindi delle spese postali) dovrà contattare Giovanni Raminelli
all’indirizzo e-mail: historicus@outlook.it per avere tutte le indicazioni
relative al pagamento e all’invio.
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